domenica 30 novembre 2008

Io c'ero. Festival ed eventi vari. 26° TORINO FILM FESTIVAL. IMMACOLATA E CONCETTA, L'ALTRA GELOSIA


Italia 1979. Su dvd Ripley.

Nella sezione L'amore degli inizi, Salvatore Piscicelli ha presentato il suo film d'esordio. Storia d'amore lesbico in una cittadina del sud Italia, tra la sposata con figlia Immacolata (Ida di Benedetto) e Concetta (Marcella Michelangeli). La loro relazione nasce in carcere, ma con scelta originale noi iniziamo a vederla solo quando entrambe sono libere e si reincontrano. Le protagoniste, in particolare il personaggio di Ida di Benedetto, sono forti, orgogliose: "Mi piace essere libera, fare quello che mi padre", "Non sono io che ho bisogno di te, sei tu che hai bisogno di me", dice al marito. Ma l' "altra gelosia" del titolo indica che non ci si deve aspettare una più tradizionale storia in cui le due vengano punite per il loro scandaloso amore. Sì, "la gente chiacchiera", si sente dire: ma questa gente, nel film, praticamente non si vede. Piscicelli e la cosceneggiatrice Carla Apuzzo si tengono concentrati su personaggi e vicenda, senza digressioni. E gli uomini, nel film, o soccombono arrabbiati (il marito di Immacolata) o vengono a turbare, col loro appetito sessuale, l'unione tra le donne (il viscido Ciro). Il tutto si concluderà drammaticamente, con un atto che chiude un cerchio apertosi col primo gesto violento di Marcella. Di impatto le scene di sesso, che il regista ha raccontato di aver tenuto volutamente lunghe per poter agevolmente tagliare in caso di obiezioni censorie: che, incredibilmente, sono arrivate solo con l'unica scena etero.
Un film che, a detta dello stesso regista, utilizza forme di espressione popolare (alla fin fine si tratta di un melodramma, e i titoli di testa e di coda scorrono su un motivo tradizionale; l'ambientazione, poi, è "bassa"), di ambientazioni e fotografia realistiche, spoglio, anche dal punto di vista sonoro (riempito in sala dal frusciare della copia); al contempo, c'è qualcosa di dilatato e di "teatrale" nella recitazione che all'inizio può fare sorridere, ma è molto probabilmente consapevole.
Alessio Vacchi

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