domenica 2 novembre 2008

Io c'ero. Festival ed eventi vari. CINEMA. FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA, 22-31/10/2008. $ 9.99


Australia/Israele 2008.

Impreziosito dalle voci di Anthony LaPaglia, Geoffrey Rush ed altri attori australiani meno noti, $ 9.99 vede la regista Tatia Rosenthal collaborare, non per la prima volta, con lo scrittore israeliano Etgar Keret. Costata anni di lavoro, è una pellicola che facilmente piacerà, essendo animata (e questo spesso basta a creare consensi), non sciocca, dal tocco delicato. Ma mi si permetta di far sentire una voce parzialmente negativa. Il film racconta casi di vita incrociati di una serie di personaggi che vivono in un caseggiato. C'è un anziano che soffre di solitudine, un tizio lasciato dalla ragazza perchè accusato di immaturità, un signore a cui capita una brutta avventura con un figlio che cerca il senso della vita attraverso un libro acquistato per corrispondenza... Sui corpi dei personaggi si vede il lavoro umano, le tinte stese. Siamo quindi lontani da un'animazione digitale (sebbene della postproduzione, chiaramente, ci sia) e più vicini alle dita visibili nella plastilina di Wallace & Gromit. I corpi camminano rigidi -in stop motion- e hanno una boccuccia un po' grottesca, ma non si fa una colpa di questo.
E' apprezzabile che $ 9.99 sia un film d'animazione adulto, senza poi che ciò voglia dire contenuti forti, di volgarità o violenza che siano. Ma nonostante i sorrisi e il mood dolceamaro in cui culla lo spettatore, manca qualcosa. A pensarci un attimo, molto di ciò che si vede nel film risulterebbe fiacchissimo se interpretato da attori in carne ed ossa. Con l'eccezione, come minimo, del calvario fisico a cui finisce col sottoporsi uno dei personaggi per amore. Mentre al contrario, il culmine della parabola dell'angelo tradisce una paradossalità fine a sé stessa; e sì che lo stesso personaggio apre il film in una sequenza intrigante, che disorienta. E' soprattutto il reiterato, ostentato refrain del “senso della vita” che dovrebbe fare da dolceamaro collante a non convincere e a mangiare un po' di fiato al film, che pure dura poco. Perchè non ha pregnanza e si conclude in una bolla di sapone, come ampiamente prevedibile. Che cosa dice il film, cosa se ne trae? Il suo velo d'ambizione gli nuoce. Lode comunque, ci mancherebbe, all'impegno. I due cortometraggi precedenti della Rosenthal sono disponibili su youtube.
Alessio Vacchi

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