domenica 2 novembre 2008

Io c'ero. Festival ed eventi vari. CINEMA. FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA. L'HEURE D'ÉTÉ


Francia 2008. Di Olivier Assayas. Su dvd mk2 (Francia).

Il pimpante regista francese, che si è sforzato di parlare in italiano, ha introdotto l'anteprima italiana di questo suo nuovo lavoro dicendo che l'ispirazione viene dal recente lutto della madre, sebbene il mondo ritratto nel film non gli appartenga. Pur trattandosi di un film di livello dignitoso, un po' di delusione c'è. Un nucleo di fratelli deve fare i conti con la scomparsa della madre e conseguente sistemazione dell'eredità, che consiste in numerosi oggetti di valore artistico e una casa che ha, chiaramente, valore di ricordo. Ma le loro esigenze sono differenti.
Assayas struttura il film in blocchi, incorniciati, in modo soft e demodè, da dissolvenze in nero: più volte questi segmenti attaccano con l'entrata del personaggio di Charles Berling, quello maschile principale. Da parte dell'Assayas scrittore è apprezzabile il modo in cui è gestito il lutto: niente scene madri, abbiamo un poco prima e poi un dopo la dipartita della donna. Sono notevoli, da parte della regia, alcuni momenti in cui isola certi personaggi nel loro dolore: per esempio la Binoche alla camera ardente che si commuove, affranta, o Frédéric che si allontana abbattuto perchè si è reso conto che perderà la cara casa. L'autore si incarta, però, su alcune scene di dialogo poco interessanti, in cui si parla di oggetti d'arte ed eredità, che rimangono fredde sullo schermo e appesantiscono. Chiusura affidata ai giovani, con una sequenza di festa che ricorda quella di L'eau froide, in una versione minore. L'heure d'été parla dello spiacevole ma inevitabile concludersi di certi capitoli nella vita, di legami familiari che possono stare stretti e di un passato le cui vestigia tangibili si guardano passare via. E' un film tranquillo, francamente un po' troppo borghese, a cui manca quel mordente, quell'emozionalità che c'erano in L'eau froide, in Clean. All'attivo va messo comunque un po' tutto il parco attoriale, a partire da una Juliette Binoche bionda e giovanile.
Alessio Vacchi

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