domenica 18 gennaio 2009

Tra pagina e schermo. ORGOGLIO E PREGIUDIZIO


Tit. or.: Pride and Prejudice. Usa 1940. Di Robert Z. Leonard. Su dvd Warner.
Tit. or.: id. Usa 2005. Di Joe Wright. Su dvd Universal.

Warning: il seguente pezzo contiene anticipazioni sulla trama e sul finale che possono compromettere la visione a chi non conosce il film ed intende vederlo.

A metà degli anni Novanta, le trasposizioni cinematografiche da Jane Austen sono fioccate: Persuasione, Ragione e sentimento, Emma. Orgoglio e pregiudizio, primo brillante romanzo dell'autrice, ha goduto in quegli anni di una miniserie tv inglese (che su Imdb ha un voto impressionantemente alto); per un nuovo lungometraggio si è dovuto aspettare una decina d'anni. Non stupisce che la Hollywood classica abbia approfittato del romanzo, che offre ben materiale per farne una commedia brillante. Infatti va detto che, se i film risultano piacevoli, di base è merito del libro, in cui non mancano ironia e personaggi sopra le righe: le stupide sorelle Lydia e Kitty, l'importuna signora Bennet, il rigido e petulante signor Collins. Una delle forze del romanzo è proprio il parterre di caratteri, a partire dalla protagonista Elizabeh Bennet, ragazza dotata di una personalità sveglia, il cui spirito infatti fa perdere la testa all'inizialmente frenato Darcy e fa infatuare anche il lettore. Elizabeth è resa bene nei due film. Nell'unica vera precedente trasposizione sul grande schermo, è interpretata da Greer Garson, star oggi abbastanza dimenticata la cui carriera stava prendendo il là, che risulta bella e simpatica, sebbene fosse già trentanovenne all'epoca delle riprese. Più sensata anagraficamente la scelta di Keira Knightley nel film di Wright; scorrendo la sua filmografia si nota che l'attrice, forse per via della fisicità longilinea, è quasi abbonata a ruoli in costume o comunque ambientati nel passato: una versione tv de Il dottor Zivago, Espiazione, Seta, La duchessa.
Dal punto di vista registico, nel lavoro del 2005 si fanno notare alcuni eleganti piani sequenza (quello di apertura con Elizabeth che, camminando, arriva in casa e ci introduce in essa; un altro al ballo, con Collins che sfoglia una margherita aggiungendo un ulteriore nota ingenua al personaggio), più alcuni tocchi di zoom "manniani". Si nota il tentativo di valorizzare gli scenari paesaggistici. A parte l'inquadratura di Elizabeth che si staglia sulla rupe, alcune scene, che in Austen e Leonard sono al chiuso, vengono portate all'aperto: il colloquio tra genitori ed Elizabeth dopo il due di picche dato a Collins, l'irruenta dichiarazione di Darcy a Elizabeth e conseguente litigio, scena innaffiata da una pioggia che è palese correlativo oggettivo degli stati d'animo. A onor del vero c'è almeno un caso opposto: la rivelazione di Fitzwilliam a Elizabeth delle manovre di Darcy "contro" sua sorella.
Il film di Wright caratterizza alcuni aspetti con un tono più serio rispetto alla vecchia pellicola. Per esempio, la disperazione (di breve durata...) di Elizabeth e della madre alla notizia della fuga di Lydia con Wickam, ma soprattutto il personaggio di Lady Catherine de Bourgh. Nel film di Leonard, questa presuntuosa signora è resa con piglio ammiccante da Edna May Oliver (attrice in uno degli ultimi ruoli), per cui uno dei momenti più di presa emotiva del testo, lo scontro verbale tra lei ed Elizabeth verso la fine, risulta "simpatico"; senza contare la sminuente scelta di fare di questa visita un trucchetto della donna, d'accordo col nipote Darcy. Mentre nel film con la Knightley il ruolo è affidato a Judi Dench, che lo caratterizza senza ironia, e la schermaglia tra la vecchia e la giovane risulta più drammatica, sebbene più veloce.
E' curioso infine notare un elemento fedele al testo d'origine, in cui la sessualità non è proprio contemplata, nel film di Wright: manca un bacio finale tra Elizabeth e Darcy (così come tra chiunque altro), mentre la vecchia pellicola in chiusura lo propone, in un più classico happy end. Che forse avrebbe fatto arrossire Jane Austen.
Alessio Vacchi

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