domenica 5 aprile 2009

Focus on. Chuck Norris: MISSING IN ACTION


Tit. or.: Missing in action 2-The Beginning. Usa 1985. Di Lance Hool. Su dvd Stormovie.
Warning: il seguente pezzo contiene anticipazioni sulla trama e sul finale che possono compromettere la visione a chi non conosce il film ed intende vederlo.

Con la sagacia che spesso mostrano i titolisti italiani, se il precedente Missing in action è diventato da noi Rombo di tuono, questo da noi diventa Missing in action. Ma c'è un problema a monte: il film suona come una variazione sul tema Chuck Norris + soldati dispersi in Vietnam, ma in realtà avrebbe dovuto essere distribuito prima di Rombo di tuono, raccontando una vicenda in cui proprio il colonnello Braddock è ancora in Vietnam ed è tra i "missing in action". I film inizia già lì: nel prologo lo vediamo gettarsi dall'elicottero coi suoi sottoposti per evitare di schiantarsi, condannandosi così a rimanere tra le frasche vietnamite. Fanno sorridere, nella loro pesantezza, i fermi immagine degli sventurati su cui si stampa un grosso timbro "Missing in action". Come immaginabile, c'è un odioso colonnello "muso giallo" che li tiene prigionieri. Il film cerca una legittimizzazione con tocchi seri, con vere immagini di una cerimonia commemorativa americana per soldati caduti là, e Reagan che dice qualcosa sui dispersi nel conflitto. Un altro nucleino tematico è costituito dal personaggio del nero "traditore" che si è adattato a collaborare coi nemici, e che cerca di convincere gli altri come l'America li abbia abbandonati. Meglio piegarsi e tradire la patria, ma poter tornare a casa, o no? Per volere del colonnello, uno svogliato Chuck dovrà battersi con lui. Ma alla fine il personaggio si ribellerà e troverà una morte eroica. Un altro traditore-collaborazionista è il tizio in elicottero che fornisce le prostitute al campo e che vuole vedere eliminati i MIA. E va citato lo sfortunato reporter che, sgamato, bluffa molto coraggiosamente coi militari dicendo di far parte di un'operazione di salvataggio pronta ad agire; ma non essendo gli altri fessi, dura poco.
Chuck, che pure non ricordiamo come un campione di diritti umani, ricorda al colonnello Yin che esiste la convenzione di Ginevra, ma l'altro non li ritiene prigionieri di guerra, e nel primo discorsetto che fa loro pare uno che stia dettando le regole del gioco, ricordando che sono circondati da trappole varie e fuggire è impossibile. Così Braddock, sporco e spettinato, deve fare i lavori forzati e sopportare soprusi e capricci, anche di un grosso buzzurro semimuto che ricorda quello visto in Triade chiama Canale 6. Yin più volte gli mette sotto gli occhi una confessione da firmare per ottenere la libertà, ma l'altro ovviamente rifiuta, nonostante Yin faccia leva sugli affetti familiari -la moglie che si sarebbe risposata. La firmerà solo a causa di un inganno: il colonnello accetta di aiutare un prigioniero affetto da malaria con un'iniezione in cambio della firma, ma in realtà gli ha iniettato dell'oppio e poi, tanto per gradire, gli dà fuoco. E' troppo, è ora di agire: Braddock evade da solo e riesce ad arrivare a munizioni e a cambiarsi d'abito, assumendo un aspetto un pò più guerresco -con fascia, ovviamente. Brucia persone e cose col lanciafiamme -con qualche rozzezza di montaggio-, fa saltare in aria quel che può di nascosto e corre e si nasconde tra le frasche, cercando poi di raccattare i suoi soldati. Piuttosto significativi gli ultimi minuti: sembra quasi tutto a posto, ma Chuck, prima di salire sull'elicottero, torna indietro perchè deve sfidare il colonnello Yin, all'interno di un capanno già mezzo distrutto, rispettando il climax del suo cinema che vuole una sfida finale. Lo stesso Yin glielo teorizza esplicitamente: "Now is the time, you and I.... to see who is the better man". Dopo averlo ben lardato, Chuck chiude il film con uno dei suoi momenti più superomistici quando, con assoluta calma, lo fa saltare in aria insieme al capanno. Da segnalare sicuramente anche una tortura horror che Chuck subisce precedentemente, quando, appeso a testa in giù, gli viene applicato al volto un sacco con un topo vivo, che però lui uccide coi denti.
Non per abdicare ad un punto di vista "critico", ma che dire di un film come questo? Che sia bello, come fa un utente sulla pagina di Imdb, non è il caso, ma dire che sia orrendo significherebbe infierire ingiustamente. E' quanto ci si può aspettare, un film d'azione guerresca norrisiano, rozzamente ancorato ad un tema reale. Se si "accettano le regole" intrattiene, ma se si sceglie di occupare il tempo altrimenti non si va biasimati.
Alessio Vacchi

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