domenica 28 giugno 2009

The book runner. "COME IL MAIALE"-PIERO CHIARA E IL CINEMA


A cura di Federico Roncoroni e Mauro Gervasini, ed. Marsilio, € 18.

Negli anni 70, Piero Chiara era uno scrittore di successo, da cui venivano tratti film di successo. Oggi la sua opera è raccolta nei Meridiani Mondadori, anche se sulla community di lettori Anobii, il tomo di cui si parla è nelle librerie di sole due persone. Non è il caso, comunque, di prendersela col volgo, dato che Come il maiale è un libro relativamente specialistico. Dopo una prefazione di Paolo Mereghetti che cerca di inquadrare l'atteggiamento poco convinto dello scrittore verso le trasposizioni dalla sua opera, il volume è diviso in due parti. La prima, "Piero Chiara scrittore per il cinema e la televisione", raccoglie saggi relativi alle sceneggiature che hanno coinvolto lo scrittore luinese. E viene dimostrato come, a dispetto di un apparente disinteresse verso il cinema, Chiara fosse anche capace di essere sceneggiatore accurato di copioni. Dopo un excursus di Mario Novelli (curatore proprio dei Meridiani su Chiara) sui rapporti tra Chiara e il piccolo e grande schermo, passando al confronto tra i testi d'origine e gli adattamenti, i documenti conservati nei fondi dello scrittore permettono di leggere preziosi stralci, oltre che un canovaccio di sceneggiatura -cosa a cui purtroppo alcuni suoi romanzi somigliano-, inediti. Al termine di questa prima parte, troviamo un primo intervento che rende conto, con massimo puntiglio descrittivo, de "Le sceneggiature di Piero Chiara conservate nell'archivio Chiara di Luino", poi un secondo, costituito da due paginette di bibliografia sugli scritti di Chiara riguardo cinema e televisione. Il che fa un pochino mangiare le mani: al posto della descrizione di colori delle scritte e consistenza delle cartellette ne "Le sceneggiature...", si sarebbe preferito leggere qualche stralcio di pugno di Chiara nel "saggio" successivo.
Comunque, la seconda parte, "Lo sguardo infedele. I film tratti dai libri di Piero Chiara", è di lettura più agevole anche per i non addetti. Mauro Gervasini disquisisce su Il piatto piange mostrando come non sia sacrilego parlarne in relazione ad Amarcord; Andrea Bruni scrive su Homo eroticus, titolo chiave per Lando Buzzanca, e più brevemente La banca di Monate; Alberto Pezzotta firma un bellissimo, persin malinconico pezzo su Venga a prendere il caffè... da noi e Una spina nel cuore di Lattuada, Davide Pulici confronta La stanza del vescovo libro e film, mentre Marco Bertolino parlando di Il cappotto di astrakan elogia ampiamente il suo protagonista, Johnny Dorelli. Quel che se ne ricava è che Chiara non pare esser stato così maltrattato dal cinema come lui faceva supporre. Buona, per concludere, la filmografia con qualche stralcio critico (meglio quando d'epoca). L'apparato iconografico è essenziale: qualche fotogramma in bianco e nero e due paginette con le riproduzioni a colori delle locandine dei film.
Il costo non è contenuto in rapporto alle pagine, ma l'acquisto è assai consigliato ai lettori di Chiara e ci facciano un pensiero gli appassionati di cinema italiano.
Alessio Vacchi

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