domenica 4 ottobre 2009

Focus on. Chuck Norris: DELTA FORCE


Usa 1986. Su dvd Mgm.
Warning: il seguente pezzo contiene anticipazioni sulla trama e sul finale che possono compromettere la visione a chi non conosce il film ed intende vederlo.

Per questo action movie patriottico (si noti, ma è solo l'esempio più visivamente esplicito, il primo piano delle mostrine con la bandiera Usa, che i soldati si applicano addosso), lunghetto (due ore e qualcosa), che regge quasi la sua durata ma non evita un pò di ridicolo, Menahem Golam, uno dei capoccia della casa produttrice Cannon, si prende la briga anche della regia. Un volo da Atene a Roma viene dirottato da terroristi libanesi, propugnatori di una "new world revolution", che costringono a fare rotta su Beirut e traferiscono gli ostaggi in città. Ma c'è un team che si prepara ad intervenire, con un capitano quale Norris ed un colonello quale Lee Marvin.
Spira aria di Airport quando vediamo socializzare alcuni dei passeggeri e brevi scene con le coppie, anche se la caratterizzazione dei viaggiatori e la loro interazione rimane una coloritura. Tra loro comunque, attori non carneadi, un pò come avveniva in quella serie: George Kennedy, Martin Balsam, Shelley Winters. Il film cerca accenti drammatici quando gli antipatici terroristi (un pò umanizzati solo in alcuni momenti: la bambina che disobbedisce in aereo, il "non ce l'abbiamo con voi" detto in carcere) fanno chiamare e separare in prima classe i passeggeri ebrei, tra cui chiaramente degli ex deportati, come in un ripetersi dell'olocausto (e uno degli esaltati terroristi afferma che all'epoca di ebrei ne han fatti fuori troppo pochi). Sebbene il nostro Chuck apra il film con una sequenza in cui salva un soldato in pericolo di vita, per buona parte del film sembra in sordina, non ha molte scene nè (beh...) molte battute. Un pò perchè il film sta soprattutto dentro l'aereo dirottato, un pò perchè il suo personaggio fa parte di una squadra, squadra che deve ancora entrare effettivamente in azione, un pò perchè c'è un colonnello sopra di lui, Lee Marvin. Una delle sequenze più divertenti vede Norris che tenta di mangiare a casa ma non riesce, scanalando in tv, a evitare di sentire la notizia del dirottamento. Ma nell'ultima parte del film il suo personaggio si riscatta completamente, regalando dei "grandi" momenti superomistici accompagnati da espressioni più impassibili che mai, dallo smitragliare sopra una radiotrasmittente, in risposta ai nemici dall'altro lato, alle prodezze in motocicletta: il capitano McCoy porta avanti azioni parallele al resto della squadra, montando sul suo mezzo dei missiletti distruttivi che spara con disinvoltura. Fino alla inevitabile lotta da solo contro il capo dirottatore, quando lo larda di mazzate per poi finirlo a distanza (deja vu: fa pressochè lo stesso in Missing in Action) con uno degli utili missiletti e salire rocambolescamente (in richiamo all'inizio del film) sul velivolo della squadra. Regge "quasi" la durata, si diceva: perchè negli ultimi minuti il film si sofferma sulla dipartita di un compagno d'armi rimasto ferito, esprimendo con toni tristi (del tutto ovvio che, invece, le morti dei nemici occupino solitamente un secondo) il contrasto tra la sostanziale riuscita della missione e le inevitabili perdite.
Uno degli aspetti più curiosi della pellicola è l'amena, quasi incongrua musica di Alan Silvestri, definita da un recensore di Imdb "cheesy 80s patriotic pop music". Il main theme si sente sui titoli di testa, poi mentre la squadra si raduna, poi in certi passaggi delle scene d'azione: pop baldanzoso che vorrebbe suggerire un "arrivano i nostri", ma pare un invito a non prendere molto sul serio il film. Per Lee Marvin è l'ultimo film, l'ultima occasione di vedere la sua spiccia, virile signorilità. Per Delta Force, invece, ci sarà un seguito...
Alessio Vacchi

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