domenica 7 febbraio 2010

Focus on. Chuck Norris: UN EROE PER IL TERRORE


Tit. or.: Hero and the Terror. Usa 1988. Di William Tannen. Su dvd Mgm (regione 1).

L'agente O'Brien sta perlustrando il buio covo di quello che pare essere un maniaco sessuale. Il freak in questione lo sorprende e rischia di ucciderlo, ma casca e viene catturato. Questo all'inizio, che si rivela essere un incubo dal passato dell'agente, quando ha acciuffato the Terror ed è stato bollato come Hero: Norris, una volta alzato, ci riflette sopra tutto nudo e muscoloso e dopo attacca un duro training in palestra in una sequenza abbastanza anni 80. Ha una moglie, una donna bionda che aspetta una bambina. Ma la serenità del protagonista non può essere al 100%, dato che il maniaco pare essere tornato. Evaso dall'istituto e dopo pochi metri finito in una scarpata col furgone, è dato per morto ma torna a mietere vittime femminili, che sorprende nei bagni di un teatro. "Quello che gli piace se lo prende", viene detto di lui. Quando però Terror aka Simon Moon uccide un suo collega, O'Brien lascia momentaneamente la moglie in ospedale (c'è un chiaro parallelo tra la morte di uno e la nascita del bimbo) e si mette a perlustrare e studiare attentamente la struttura, finchè non individua dove dovrebbe nascondersi il figuro e lo va ad affrontare definitivamente, chiudendo i conti col passato.
Il film è venato di horror, il che lo può far accostare a Terrore in città: nell'incubo-flashback iniziale fanno effetto Chuck e il maniaco che lottano con le facce lorde di sangue e quest'ultimo è brutto e si muove simile a Frankenstein, esce dalle grate e abbondano (facendo sorridere) gli spaventi dati da gente che mette la mano sulla spalla di qualcun'altro. Comunque sia, un altro film dove la minaccia non è costituita da un delinquentello, una banda o l'esercito di un paese, bensì un "mostro". Ma il film del 1982 era un pò più divertente. Questo, purtroppo, è uno dei film meno godibili dell'attore: la trama è troppo semplice e questo non è compensato da una buona dose d'azione, confinata in una estemporanea azione di polizia-rissa al porto e nello scontro finale col freak, dove bisogna dire che Chuck, arrabbiato, gli molla dei secchi lardoni ma la sequenza è banalizzata da due finte morti del maniaco e da una classica caduta tra vetrate finali al ralenti.
Lungheggiando inaspettatamente in scene di coppia e in altre di esplorazioni di ambienti, il film quasi annoia e alla luce anche del finale diventa una cosetta familista tinta di dark. Anche se è curioso come la minaccia del freak non tocchi, falsi allarmi a parte, la moglie dell'agente, ma solo la serenità di lui e di conseguenza il godersi il proprio nucleo familiare. Ma a questo punto meglio i rozzi Missing in Action. Tra i momenti più divertenti, quando Chuck blocca al volo, allugando il braccio e facendolo cadere, un delinquentello che era in fuga.
Alessio Vacchi

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