domenica 4 aprile 2010

Focus on. Chuck Norris: OMICIDIO INCROCIATO


Tit. or.: The Hitman. Usa 1991. Su dvd Warner (regione 1, in 4:3).
Warning: il seguente pezzo contiene anticipazioni sulla trama e sul finale che possono compromettere la visione a chi non conosce il film ed intende vederlo.

L'agente Garrett, nel corso di un irruzione a un centro di smistamento di droga, viene gravemente ferito, volontariamente, da un collega, Ronny. Tre anni dopo, lo ritroviamo col nome di Grogan, assassino/"bravo" al servizio di un malavitoso di origine italiana, Luganni. Ma non è passato dalla parte del male, è un agente sotto copertura ("far undercover", come recita la tag originale). Per il suo capo le cose non vanno troppo bene, c'è un rivale, Lacombe, e i due gruppi si dan filo da torcere a vicenda. Un gruppo di iraniani cerca di inserirsi con le cattive nel milieu criminale della zona: Grogan cerca di fare da ambasciatore, ma Lacombe non vuole saperne di allearsi con Luganni per fronteggiare questa nuova minaccia. Nel frattempo, Grogan stringe amicizia con un ragazzino di colore vicino di casa e bullato da un coetaneo. Finchè, guarda caso, non si rifà vivo l'uomo che l'aveva quasi ucciso, decisissimo anche lui a prendere il controllo criminale dell'area di Seattle, stringendo alleanze di comodo.
Venti di novità per il cinema del nostro beniamino. Omicidio incrociato è una sorta di gangster-action movie molto violento in cui, prima di tutto, il personaggio di Norris è ambiguo, dark, un po' sfaccettato: in pochi minuti lo vediamo semiucciso, per poi tornare in scena sparando in pancia ad un affarista che stava scocciando il suo nuovo, losco capo. Se nel prologo Norris ha un look "adulto", con una zazzera di capelli un pò lunghi, per tutto il resto del film assume un look inedito e un pò messianico: lungo trench nero e capelli portati scompigliati fino alle spalle. C'è poi la ricerca di atmosfera, in sequenze come quella dell'agguato e controagguato in strada: il buio, le strade umide della città, il fumo - inquadrato insistentemente dietro un campanile - . La tensione va e viene, d'altronde le scene col ragazzino raffreddano volutamente la temperatura. In generale c'è un'attenzione alla scrittura complessiva, non di alto livello, ma che risulta quasi raffinata in confronto alla media dei Norris-movies. Qui il suo personaggio è sì protagonista, ma spesso sembra la pedina di un gioco più grande, in cui agisce sul serio nel momento in cui la faccenda diventa più personale, col ritorno dell'ex collega corrotto che, oltretutto, quasi uccide il ragazzetto. Aaron Norris non sarà una cima, ma perlomeno la sequenza in cui Lacombe si allontana nel boschetto scoprendo prima i cadaveri e poi venendo spaventato dall'iraniano, in una sorta di tunnel degli orrori dentro cui corre spaventatissimo, non è male.
Momento cult che ha dell'incredibile e scena più ilare del film è la lezione che Chuck impartisce al padre razzista - un caso umano sbraitante col riporto - del ragazzo che perseguita Tim: fa il gesto di colpirlo da dietro un vetro e l'altro riceve davvero il cazzottone. Della serie: Chuck può. Altro "grande" momento è l'entrata in scena di Norris per la resa dei conti finale nel capannone: lentamente, col suo vestitone, in mezzo ad un fumo azzurrino, il suo pistolone a doppia canna in una mano e una pistola più normale nell'altra. Significativo che dopo aver liquidato tutti gli scagnozzi a suon di spari, la sfida finale con Ronny sia, al solito, all'arma bianca, a suon di legnate. Ma tra momenti quasi gore nelle sparatorie e una sequenza di tortura verso l'inizio (non ad opera sua), lascia basiti anche il finale: dopo aver lasciato legato ad una sedia appesa nel vuoto Ronny, una bomba piazzata sotto il suo sedere lo fa scoppiare. "God damn', Grogan...! We wanted him alive!", gli fa notare il suo superiore e lui risponde: "...Ain't life a bitch?". Siamo quasi ad un esistenzialismo di crudele ironia. Non troppo rappresentativo, ma uno dei migliori film con l'attore. Carino il tema musicale hip-hop. Secondo Imdb, il discorso che Garrett fa sulla sua infanzia al ragazzino prima di insegnargli rudimenti di autodifesa, raccontando di essere stato anche lui vittima di bullismo, è preso dalla vita vera di Norris.
Alessio Vacchi

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