domenica 11 dicembre 2011

Io c'ero. Festival ed eventi vari. 29 TORINO FILM FESTIVAL, 25/11-3/4/2011. CONDITION


Usa 2011. Di Andrei Severny.

In un mondo semideserto, postapocalittico, seguiamo due ragazze. Una è sofferente di “stress post-traumatico”, l'altra è la dottoressa che la cura in modo non convenzionale, ovvero attraverso una rieducazione al suono, portandola in mezzo alla natura, tra le frasche o in riva al mare, ficcandole qualche volta un paio di cuffie sulle orecchie. La paziente fa perdere le proprie tracce, trova un uomo che vive da solo e con lui raccoglie frutti, mangia, va in barca. I ruoli in un certo senso si ribaltano e l'altra donna, rimasta sola, ne soffre.
Diciamo subito che Condition, proposto nella sezione “Onde”, è, per chi scrive, il film più brutto e punitivo visto al festival. Ambizioso, intellettualistico ma molto meno significativo di quanto vorrebbe, anzi abbastanza vuoto, punta molto sull'aspetto uditivo. I suoni sono amplificati e sentiamo spesso elicotteri, onde, foglie che si muovono, ma i risultati emozionali sono veramente modesti e aggiungendo a ciò la mancanza di capacità di suggestione anche dell'aspetto visivo, con immagini in digitale dalle tinte a volte alleggerite che lasciano quasi sempre il tempo che han trovato - a scanso di equivoci, che il tutto sia ambientato in un mondo post-catastrofe è solo suggerito - , ne consegue che la noia si impone padrona, inesorabile e dopo pochi minuti, appena si capisce di aver sbagliato film. Che dura settanta minuti, ma lungo i quali si guarda l'orologio in continuazione, più spesso dei vani richiami che la dottoressa fa al walkie talkie per un soccorso.
Il regista ha introdotto il lavoro sostenendo il bisogno di un cinema diverso: sacrosanto, ma qui questo film “diverso” fa venir voglia di rifarsi gli occhi con una commediaccia: qualcosa non va. E non si capisce quale motivo possa portare a selezionare un'opera del genere se non il nome del produttore: Amir Naderi.
A.V.

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