domenica 9 dicembre 2012

Io c'ero. Festival ed eventi vari. 30 TORINO FILM FESTIVAL. COMPLIANCE


USA 2012. Di Craig Zobel.
Becky è una ragazza che lavora in un fast food, insieme ad altri, alle dipendenze di Sandra, capo un po' rompiballe ma umano. Sembra una giornata di lavoro quasi ordinaria, ma Sandra riceve una telefonata da un sedicente agente di polizia: Becky è una ladra, ha sottratto dei soldi ad una cliente nel fast food, c'è una testimonianza che la inchioda. Quindi va trattenuta e perquisita, in attesa che arrivi una volante. Che non giungerà mai, perché all'altro capo del telefono c'è un uomo in vena di uno scherzo lungo e pesante, non il primo. E per la ragazza è l'inizio dello scivolare in un incubo. L'uomo infatti, con modi sicuri, anche se le istruzioni sono discutibili, cerca di coinvolgere più persone possibili nell'umiliazione ai danni di Becky. Anche maschi, di cui cerca di stimolare il voyeurismo, mettendo loro di fronte ed alla sua/loro mercé una ragazza nuda. Finché qualcuno non mangia la foglia. E l'ultima parte del film cerca di dare qualche risposta a come sia stato possibile.
Vengono in mente alcune cose, vedendo questo “piccolo” film efficace, che mette a disagio, presentato nella sezione Rapporto Confidenziale che quest'anno si è orientata verso horror/thriller sulle angosce contemporanee (più o meno). Una è che poteva andare peggio. Un'altra è che ci vorrebbe poco da parte dei personaggi per interrompere quanto avviene, uno scatto di orgoglio, di buon senso, un ragionare in più. E invece quasi tutti sono, come prevedibile, proni a seguire ciò che dice loro di fare una presunta autorità. Inquieta ma non stupisce che il film sia ispirato (quasi fedelmente, a quanto ha affermato, presentandolo, Pat Healy, che interpreta il “maniaco”) a una serie di fatti realmente accaduti. Perché ciò che succede in Compliance è sì assurdo, ma plausibile ed evidentemente non solo a livello teorico. Non solo ci potrebbe riguardare (Becky), ma ci riguarda (Sandra e gli altri aguzzini, o quasi, per interposta persona).
Accompagnato da una parca colonna sonora di archi, girato in uno scope con qualche inquadratura ricercata (volti ai margini), intervallato da immagini “arty” di desolazione urbana, qualche piano sequenza tirato (forse un po' incongruo), inquadrature di cibo che bolle e della clientela nel fast food, ignara di quanto sta accadendo a pochi metri da loro, dove il film convince meno e cala è, paradossalmente, nel climax di ciò che succede alla ragazza. La scelta di alcune ellissi quando si arriva al sesso rende anche meno convincente il suo comportamento, il suo piegarsi ormai a ciò che si vuole fare di lei, sebbene ne sia poi accennata una spiegazione a parole. E per dirla tutta, lo spettatore maschile qualche volta è portato ad altri pensieri dal bel corpo di Dreama Walker, che fa Becky.
Il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=tVSn2Y4EzcM
A.V.

Nessun commento: