domenica 9 dicembre 2012

Io c'ero. Festival ed eventi vari. 30 TORINO FILM FESTIVAL. BLANCANIEVES


Spagna/Francia 2012. Di Pablo Berger.
Carmen è una bambina figlia del famoso torero Antonio Villalta che, rimasto vedovo, si risposa con Encarna, donna calcolatrice, tra i personaggi più cattivi forse mai apparsi sul grande schermo (incarnata da Maribel Verdú, vista al festival anche in Fin). La piccola, alla morte della nonna, va ad abitare nella magione della coppia, per essere relegata a sguattera da Encarna e scoprire che la donna tiene Antonio segregato in una stanza, in attesa di farlo fuori per diventare ricca vedova senza rimpianti, mentre si intrattiene con un amante graduato. Scampata al tentativo di uccidere pure lei e persa la memoria, Carmen viene raccolta da una compagnia di nani girovaghi toreador. Con loro riprenderà l'arte della tauromachia, e diventata una prestigiosa torera, incontrerà il suo destino nell'arena insieme alla matrigna.
Dopo The Artist, un altro film muto contemporaneo, che infatti il regista e sceneggiatore è riuscito a “montare” solo dopo il successo del film francese. L'impressione è che chi non aveva amato quello non amerà neppure questo, e viceversa. Berger (e il suo montatore Franco) mostrano un'assoluta sicurezza nel narrare questa storia per immagini. Le inquadrature e la loro ricchezza sono da cinema moderno, la morbidità generale no. Il ritmo è elevato anche se il tono è spesso un poco troppo bamboleggiante, tra un sorrisone e l'altro della bella Carmen. Anche qui abbiamo un personaggio di animale simpatico, un gallo, che pur non facendo una bella fine sa di componente “alla” The Artist.
E' una vicenda ambientata nel passato, ma non sembra esattamente un omaggio ad un'epoca cinematografica, a meno che non basti, per definire il film così, la scelta di girarlo muto. O almeno, non lo è direttamente. Più che altro questa pare un modo, attualmente e probabilmente in modo effimero quasi di moda, di raccontare una storia, con le immagini a far da padrone. Può darsi che a qualcuno in più venga in mente che c'è una fetta di storia del cinema fatta “così”, di cui è possibile vedere i film anche ora senza patemi. Definirlo “bellissimo” o “capolavoro” (parola che ormai non si nega più a nulla), come è stato fatto, pare facile, definirlo “inutile”, dall'altra parte, altrettanto. Piacevole, lo è di certo. Ecco, magari l'inquadratura col padre che vigila dal cielo poteva essere risparmiata; la chiusura, invece, non è scontata.
A.V.
Il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=Z8QPtjNIb6A

Nessun commento: