UK 2012. Di Craig Viveiros.
Un
ragazzo un po' fesso, Adam, che vive col patrigno malavitoso (Ray
Winstone) e la sua amante, viene da lui spedito a fare da autista
ed... aiutante ad un killer sulla via del ritiro (Tim Roth). Questa
strana coppia -il contrasto di caratteri tra la goffa estroversione
del giovane e la serietà laconica del killer è giocata soprattutto
verso l'inizio- si imbatte in una ragazza che darà loro filo da
torcere, modificando i piani e anche i rapporti tra i personaggi. C'è
di mezzo la ricerca della verità su un giro di ragazze scomparse,
mentre il ragazzo giungerà ad una sorta di maturazione.
Impasto
di noir, black comedy (soprattutto), un po' pulp, con aperture
crepuscolari, The Liability si lascia ben vedere, anche se è
un po' al di sotto delle possibili aspettative e non si capisce bene
perché inserirlo in concorso. E non per pregiudizio antigeneri:
l'anno scorso l'estremo The Raid era stata una bella scelta. La
regia sostanzialmente c'è, buona la sequenza del macchinoso scambio
tra borsa e denaro nel parcheggio, anche se in un paio di casi la
messinscena della violenza non funziona, con colpi tra i personaggi
palesemente creati dal montaggio, il che toglie forza. Anche e
soprattutto sulla definizione di alcuni dei personaggi, sopra le
righe, c'è qualcosa da ridire: se la ragazza (una Talulah Riley
attraente in modo imbarazzante) passa da comune malcapitata a
giustiziera sexy, il patrigno, che parte stronzo, alla fine pare
diventare un Satanasso duro a morire. Simpatica però la performance
di Jack O'Connell-Adam, col suo inglese marcatissimo a base di “u”
che diventano “o”.
Bei
brani in colonna sonora, compresa una sorpresa iniziale italiana. O
mi volete dire che non conoscete Una rotunda del mare, come è
citata sui titoli di coda?
Alessio Vacchi
Il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=t_jk3MBoQ-Y
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