domenica 16 giugno 2013

The freak show. EVIL BREED

Su dvd Lions Gate (regione 1).

Un gruppo di liceali americani (alcuni dei quali abbastanza vecchi da essere fuoricorso pure all'università) in gita in Irlanda durante il periodo di Halloween diviene preda di mutanti cannibali discendenti dal leggendario clan di Sawney Bean.
La storia dietro questo film è decisamente più interessante del film stesso: annunciato nel 2002 con il titolo di Samhain (l'antica festività druidica poi divenuta Ognissanti), la pellicola prometteva di essere un festival del sangue a secchiate e della nudità gratuita, forte della presenza nel cast di tre star del cinema a luci rosse (Chasey Lain, Jenna Jameson e Ginger Lynn Allen). Dopo una travagliata fase di riprese, il film si ritrovò bloccato nel limbo della post-produzione, con il produttore Willam R. Mariani (reo, si dice, di aver messo su il film per riciclare fondi neri della mala) incapace di finire di pagare la troupe ed il regista Christian Viel trascinato in tribunale per aver cercato di obbligarlo ad onorare i suoi debiti. In quello stesso periodo, "qualcuno" (verosimilmente Viel stesso) ne mise in vendita su Internet la copia-lavoro priva di colonna sonora e mancante di alcune scene, finale incluso, ancora da girarsi. La vendita di questa versione pirata fu sospesa quando il film venne acquistato dalla Oasis International, evento a cui fecero seguito un nuovo montaggio e le frettolose riprese del finale (diverso da quello originariamente pensato e diretto da un altro regista) per chiudere il progetto e finalmente distribuirlo straight-to-video come Evil Breed: The Legend of Samhain. Tanto casino per un mediocre e derivativo slasher movie come se ne realizzano a mazzi oltreoceano (questo in particolare è canadese, ma cambia niente). Anche nella sua forma clandestina, Samhain è un banale mix di Halloween e Le colline hanno gli occhi, popolato da stereotipi precotti, "impreziosito" da un paio di dialoghi prelevati verbatim da Scream e totalmente privo di suspense. Le scene splatter, nonostante gli anatomicamente perfetti trucchi di Adrien Morot, risultano spesso e volentieri ridicole anche a causa dello humour (molto cazzone e tipicamente yankee) che vi serpeggia.
L'edizione ufficiale (più contenuta), per quanto dotata di un ritmo più spedito, è piena di buchi e conti che non tornano, mentre il nuovo finale rende il tutto ancora più inverosimile. Forse il suo unico merito è quello di essere stato concepito e girato in epoca precedente all'ondata di remake e torture porn iper-truculenti: se ai tempi l'avessero distribuito in versione integrale, forse avrebbe potuto divenire un piccolo cult (d'altronde, se è cult Non entrate in quella casa c'è speranza per tutti). Così com'è, invece, resta una goccia nel mare. 
E.R.

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