domenica 8 dicembre 2013

Io c'ero. Festival ed eventi vari. 31 TORINO FILM FESTIVAL. TRAFFIC DEPARTMENT

Tit. or.: Drogówka. Polonia 2013. Di Wojciech Smarzowski.

Corpo di polizia municipale di Varsavia, quasi tutti uomini e “brutti, sporchi & cattivi”: dediti ad alcool, prostitute e corse molto più che al lavoro, dove la corruzione è pratica quotidiana. In seguito a una notte brava, uno di loro viene trovato morto. Principale sospettato è il sergente Krol, perché sua moglie era l'amante del morto e lui gli doveva dei soldi (non che fosse l'unico). Prima di venire arrestato fugge e, dimostrando una ammirevole capacità di muoversi in incognito, cerca di scoprire per conto suo la verità. Che è grossa, perché comprende appalti truccati e malavita.
Una delle sorprese del festival, nella neonata sottosezione “Europop”, Traffic Department sfoggia un approccio al genere molto moderno e quasi sperimentale. Non si tratta di un film d'azione in senso comunemente inteso, non ci sono colpi d'arma da fuoco e c'è tutto sommato più sesso che violenza. Ma per descrivere un mondo e narrare la sua vicenda, elabora, con una frenesia che a un certo punto diventa funzionale a un protagonista che non ha tempo e non si può fermare, il semplice assunto che tutti ormai fanno riprese e vengono ripresi. Smarzowski, anche sceneggiatore, e il suo montatore Laskowski segmentano tutto il materiale visivo senza fronzoli, con scene e sequenze tagliate in modo secco, e qualche volta i tasselli irrompono in modo brutale. In questo modo servono allo spettatore un film dal ritmo elevatissimo, che non può che tenere sulla sedia, ma gli chiede al contempo un coinvolgimento attivo. Necessita dell'attenzione perché non tutto è chiaro, non tutto è spiegato bene, almeno non subito, né sottolineato. A cominciare dalle istanze che filmano quel che si vede (Krol, per esempio, visiona un'infinità di video da cellulari per cercare di capire di più), per proseguire con le rivelazioni e gli snodi della matassa. Il che può anche essere preso semplicemente come un difetto e per il pubblico medio sicuramente lo è (su questo si tornerà fra poco).
Un film convinto, che si prende (abbastanza) sul serio, d'impatto, il cui paradosso è che a forza di affastellare senza requie, neppure in momenti più narrativamente rilassati, una cosa ad un'altra, risulti alla fine (e post-visione) meno incisivo di come vorrebbe. Anche se dopo quasi due ore a tambur battente, è efficace come l'iperattivismo del film e del suo personaggio principale (una scheggia umana!) si contrappongano, con una sfumatura che ha dell'esistenziale, alla sostanziale immobilità della lunga inquadratura finale, quando tutto ormai si può fermare, ma le cose non sono andate affatto nel migliore dei modi.
La Polonia ne esce come IL paese della corruzione e i suoi vigili come un branco di goderecci costantemente ubriachi e (pardon il gioco di parole) trafficoni. Ora, il film è stato un grande, inaspettato successo in patria. È scontato, ma è il caso di scriverlo: in Italia non solo non sarebbe possibile concepire e girare un film del genere, ma tantomeno che il pubblico lo premi. Basti pensare all'immagine che dà di paese e forze dell'ordine, a ciò che fanno gli attori (Arkadiusz Jakubik, che interpreta uno dei colleghi da cui Krol cerca momentaneo asilo, passa il tempo a smaltire la sbornia e ciulare, con riferimenti all'ingoio), alla possibilità che il pubblico che fa la fila solo per le commedie nostrane apprezzi un film dall'involucro avviluppante ma dall'interno meno facile, oltre che ambiguo. Siamo un paese immaturo anche in cose come questa. Nel corso di un momento ambientato in un bordello, sentiamo inequivocabilmente: “Bunga bunga!”.
A.V. 

Il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=CJ1ea3pTtrs

Nessun commento: