giovedì 7 dicembre 2017

Festival ed eventi vari. 35 TORINO FILM FESTIVAL. MOST BEAUTIFUL ISLAND

Usa 2017.

Warning: il seguente pezzo può contenere anticipazioni su snodi e finale del film, tali da comprometterne la visione a chi ancora non lo conosce.
Luciana è un'immigrata, una spagnola che vive a New York e ha seri problemi economici. Nonostante qualche piccolo, frustrante lavoro (volantinare vestita da pollo, badare a dei bambini insopportabili), i soldi per l'affitto scarseggiano, quelli per un'assicurazione sanitaria non ne parliamo (estorce con difficoltà una visita). Un'amica dell'est la coinvolge proponendole un modo di guadagnare veloce e straordinariamente semplice, sostiene lei: basta presentarsi, vestita in tiro, a una sorta di ricevimento in cui sei pagata solo per presenziare. Luciana accetta, ma questo comporterà l'addentrarsi nel ventre della metropoli accedendo a una realtà segreta, viziosa e molto pericolosa.
Ana Asensio, classe 1978, è una attrice spagnola da pochi anni attiva in Usa, che qui esordisce nella sceneggiatura e nella regia (oltre a figurare tra i produttori). Girato in un Super16 onestamente rinfrancante per l'occhio, Most Beautiful Island è un film riuscito, il percorso di una donna in una metropoli che offrirà pure tante possibilità, come retorica vuole, ma nel raggio di queste opzioni, se si vuole tirare avanti, c'è l'affrontare un incubo misterioso.
Introdotta al nostro sguardo da una macchina da presa che prima ha “spiato”, seguito e abbandonato altre donne in movimento per le strade, Luciana ci fa un po' da Cicerone attraverso una New York realistica nel suo essere affollata e nervosa, e già così cattura il nostro interesse. La donna si avvia man mano alla meta tra un preparativo e l'altro: tra una vestizione, un pagamento mancato e la tappa di un incontro necessario per avere informazioni ma non certo rassicurante. Prima di rinchiudersi, senza possibilità di uscire e tornare indietro, tra squallide mura, in piedi e in attesa, a poca distanza da non si sa cosa, insieme ad altre malcapitate "compagne" più o meno avvezze. Il film crea una pesante tensione con poco, forte di quel che né la protagonista né noi ancora sappiamo, tantomeno vediamo. E quando ci si arriva, si rivela un semplice gioco, banale e terribile, per il diletto di altri, nel quale in effetti non bisogna fare praticamente nulla, solo affrontarlo, subendo – e un passaggio precedente, apparentemente un po' gratuito, si rivela invece un indizio, oltre che simbolico – .
Con questo non si intende dire che Most Beautiful Island si risolve in un gioco. È convincentemente politico, contemporaneo (senza didascalismi: stia tranquillo chi salta sulla sedia all'idea che un film gli dica qualche cosa), permeato da una visione amara del melting pot, composto da sfruttatori e sfruttati che vanno a mettersi in gara fra loro, per bisogno. È straniero il cinese rude e sbrigativo che la indirizza dove deve, come la cerimoniosa, formale, melliflua maîtresse del “gioco”, come la cinica, determinista pseudo-amica, che crede ognuno abbia quel che si merita; e quando un personaggio le dà una strigliata, ecco che la protagonista si becca un “puttana immigrata!”. Gli spettatori, i partecipanti alla serata fanno invece parte di un'altra razza, quella dei cosiddetti “annoiati”. Luciana esce da quel luogo, e infine può rilassarsi. Per questa volta, alla nostra eroina alle soglie della povertà è andata bene.
Appunti in coda. Il primo riguarda una questione personale di sguardo etero. Rispetto alla "gara" della protagonista, funziona meglio quella dell'amica, subito dopo, più epidermicamente sgradevole e forte del mettere in gioco entrambi i personaggi. Quando è il turno della Asensio, siamo al climax del film (o quasi) ma è anche il momento di un atteso topless che, notevole, colpisce lo sguardo creando un'interferenza che rischia di distrarre dalla tensione di quel che segue. Poi, chi scrive ha pensato inizialmente di aver sbagliato sala, non essendo abituato ad associare il logo Orion a film nuovi (oggi è solo sussidiaria della Mgm, informa Wikipedia). Larry Fessenden è tra i produttori e partecipa anche da attore.
A.V. 

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