domenica 11 aprile 2010

Incompresi. L'UNICO PAESE AL MONDO



Nel 1994, nasce Forza Italia: Silvio Berlusconi scende in campo in politica per la prima volta. Un gruppo di cineasti, poco persuaso dalla sua propaganda, fiuta il pericolo e si unisce per un cortometraggio politico di venti minuti, composto da nove episodi flash. L'unico paese al mondo, questo instant-movie antiberlusconiano, ha avuto una distribuzione limitatissima, solo nel periodo elettorale e "nelle sale di Moretti e amici", per poi sparire; chi scrive l'ha visto al cinema Massimo di Torino, meritoriamente inserito all'interno della retrospettiva su Mario Martone.
Gli episodi non sono titolati nè firmati - ma il Dizionario dei film italiani stracult ci viene incontro - e sono separati da una schermata rossa (ahi) col titolo del film. In ordine libero: Nanni Moretti compare e si autocita in due episodi, il primo e l'ultimo, che funzionano come brevi aggiornamenti di "suoi" film. Luchetti infatti fa tornare i protagonisti de Il portaborse: Luciano Sandulli (Silvio Orlando) fa un incubo in cui vede il politicastro Cesare Botero (Moretti) che si prepara ad un discorso in cui parlerà di un milione di posti di lavoro e attaccherà i comunisti. Si sveglia e va in bagno agitato, ma una volta chiuso lo specchietto, in pieno stile horror, si ritrova Botero e soci riflessi: "Siamo tornati". Moretti chiude il minifilm in stile Caro diario, lo vediamo ripreso con un camera car, da dietro, come in quel film, mentre gira in Vespa in Francia e spiega che là Berlusconi non avrebbe potuto candidarsi a causa del possesso di reti tv, che là le cose van meglio a causa di un sistema e una borghesia più normali. Dopodichè dice i titoli di coda, in cui elenca in ordine alfabetico tutti quelli che han partecipato al film (Ferzan Ozpetek, non ancora regista, tra gli altri).
Orlando è protagonista per Marco Risi di uno dei segmenti più forti ed attaccabili, in cui impersona un tizio mellifluo che segue un bambino una volta che questi esce da scuola. Quando il bambino, alle strette, gli chiede cosa voglia, lo pseudo-pedofilo lo rassicura, vuole solo dirgli qualcosa di importante per il suo futuro: gli sussurra "Forza Italia..." e poi si allontana imbarazzato, mentre l'altro piange. La tenera età è protagonista di altri due segmenti. Il primo è uno scorcio di vita dello sceneggiatore-regista Stefano Rulli col figlio affetto da problemi psichici, che dieci anni dopo racconterà in Un silenzio particolare. Rulli esprime la convinzione che con un governo targato FI non sarebbe a occuparsi del figlio e che le persone disagiate sarebbero emarginate e vittime di politiche miopi. Nel segmento di Francesca Archibugi vediamo alcuni bimbi che giocano, ma uno di loro non rispetta le regole, distrugge, è arrogante: "In casa mia le cose degli altri sono mie", dice all'incirca. Gli altri due lo manderanno simpaticamente a quel paese, andandosene da soli.
Il campo da calcio è protagonista in due segmenti. In quello di Marco Tullio Giordana, una voce fuori campo esprime con chiarezza i motivi per cui Berlusconi potrebbe non essere uno che rispetti le regole in campo, a causa della concentrazione di molti poteri nelle sue mani, mentre seguiamo veloci passaggi di palla con la macchina da presa sulle gambe dei giocatori. Nell'altro, Antonio Capuano filma un televisore che esce, su ruote, da un istituto per fermarsi al centro di un campo da calcio del tutto vuoto. Si accende e parte un discorso-spot dell'epoca in cui l'attuale premier, visibilmente un po' più giovane, spiega posato la sua discesa in campo in quanto amante della libertà. Ma un pallone da calcio sfonda all'improvviso lo schermo, mentre si ode una ola. Il meno esplicito è Martone, con un blob di vecchie facce della politica in bianco e nero, mentre la voce di Mike Bongiorno da un suo telequiz fa la domanda: "Che cos'è una coalizione?". Mazzacurati filma in piano sequenza un "candidato" sui trenta, ben vestito, che attacca un discorso sguardo in camera, esordiendo con "Io sono un cialtrone", proseguendo con cose più o meno discutibili e chiudendo con "Non riuscirete a fermarci", detto con un sorriso sicuro.
Definito da Marco Giusti "l'oggetto più strano del cinema italiano anni '90", è un'operazione di consapevole, esplicita propaganda, in cui si attacca Berlusconi, si esternano la preoccupazione, i dubbi ed i timori per il suo ingresso in politica e per il futuro dell'Italia in caso di vittoria della sua coalizione. Colpisce, di quest'operazione "fallimentare", la sua notevole attualità, dato che l'uomo con cui se la prende sta dove sta e le questioni che emergono - come il conflitto di interessi - sono del tutto irrisolte. Simpatico e un po' inquietante. Per i fans del premier, un reperto che, nonostante l'esplicitezza di alcuni discorsi, probabilmente li confermerà dell'esistenza dell'Italia che odia sin dai tempi del suo esordio politico. Risulterebbe prodotto dalla Sacher Film morettiana, ma il sito della casa non lo cita.
Alessio Vacchi

1 commento:

francesco ha detto...

ciao! sai dove posso trovarlo questo film? contact: saloon33@hotmail.it grazie. francesco